Se analizziamo quali sono i principali nostri ostacoli nella vita quotidiana, ci accorgiamo che derivano spesso da una “incertezza” da una scarsa sicurezza o fiducia nel dare inizio ad un'azione.
Ci siamo mai domandati perché? Alla fine tutto quel che potrebbe eventualmente succedere è che non riusciamo a raggiungere ciò che volevamo. E allora? Che problema c'è? Muore qualcuno? Beh, in un certo senso sì, perché muore il nostro “ego”! E qui sta il punto. Mediamente alle persone riesce difficile prendere delle iniziative o se lo fanno lo fanno in maniera inconscia, quasi buttandosi a capofitto nella vita di quando in quando oppure lo fanno quando sono messi con le spalle al muro dalle circostanze e sentono di non avere altra via d'uscita che agire. Allora agiscono, ma in realtà riescono a farlo perché, qualora fallissero, potrebbero dire che non avevano altra scelta e che le “colpe” del fallimento sono quindi imputabili alle circostanze. Perché succede questo? Perché ogni ragionamento circa il successo o il fallimento sono prerogative dell'ego, che è tutto teso a giudicare, consentitemi il termine...quanto ce l'ha lungo... Per capire davvero questo meccanismo perverso che ci impedisce l'azione, dobbiamo fare un passo indietro a quando noi eravamo bambini, oppure anche ora potremmo metterci ad osservare come agisce nella vita un bambino di due anni circa. Un bambino di quell'età ha molte cose che non sa ancora fare...questo è un dato di fatto! Le sue giornate a ben guardare sono costellate di fallimenti, ma proprio attraverso questi fallimenti arriva a capire quali azioni siano più efficaci e producano risultati. Se ci fermiamo quindi ad un singolo fotogramma della giornata di questo bambino, potremmo incappare in un fotogramma di fallimento e trarne arbitrariamente la conclusione che ci sia qualcosa di sbagliato in ciò che sta facendo, o peggio ancora che ci sia qualcosa di poco “prestazionale” in lui... In questo sono solitamente specializzati gli adulti che si occupano della sua educazione che, vedendo che in un certo istante non riesce a compiere un determinato gesto, lo fanno al posto suo e magari gli dicono: ”No, non si fa così, ma si fa così!” Questa visione “miope” dello svolgersi degli eventi, questa mancanza di fiducia in lui e nelle sue capacità, questa fretta di vedere un risultato efficace subito, sono le premesse sulle quali si costruisce un adulto che ha costantemente paura di non fare la cosa “giusta!”. Ora a questo trattamento siamo stati sottoposti più o meno tutti e di queste esperienze cui saremmo fatalmente andati incontro nella nostra vita familiare (per ragioni karmiche s'intende!) si trovano tracce nel Tema Natale (lo dico per chi mi segue come astrologa):
A questo punto occorre sapere che la soluzione c'è; non è affatto scritto infatti che dobbiamo portarci dietro questa condizione per tutta la vita, anche perché altrimenti non si spiega perché ci saremmo incarnati, se fosse per andarcene tali e quali a come siamo arrivati! La condizione nella quale ci troviamo infatti è solo un punto di partenza verso la nostra rinascita, o per meglio dire verso la nostra vera nascita! Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli!.....Vi dice qualcosa questa frase? Che cos'è che caratterizza i bambini al di là della tanto decantata “innocenza”? In loro l' ego non agisce ancora! Ecco perché a loro viene spontaneo fidarsi e procedere nella vita con grande entusiasmo... prima che gli adulti provvedano a soffocarlo. Si tratta dunque di capire che quelle che noi tendiamo a considerare nostre caratteristiche di base, immutabili, sono solo quelle famose “tracce registrate” nel cd delle nostre esperienze terrene! Bene: si tratta di sovrascriverle con nuovi comportamenti che via via ci autorizzeremo a mettere in atto. Sento già un mormorìo...”Ma è difficile”! E allora? Forse che quando eravamo bambini è stato facile imparare a maneggiare un cucchiaio per portare la minestra in bocca senza rovesciarla strada facendo? L'obiezione che qualcosa sia difficile è un tranello della mente, che vuole portarci automaticamente alla conclusione che una cosa non possa essere fatta! La famosa parabola del Vangelo in cui si parla dei talenti ci ricorda che le nostre capacità vanno utilizzate e messe a frutto e che quindi ogni nostra valutazione che sovrapponiamo per trattenerci dall'agire non ha alcun senso. Non sta a noi decidere della nostra riuscita; semplicemente riuscirà tutto ciò che è allineato con noi e la nostra missione! In ambito giudaico è la Kabbalah stessa con la sua divisione dell'Albero della Vita in quattro Mondi, a definire che noi siamo in Malkut sulla Terra, e Malkhut è nel Mondo di Assiah, ovvero dell'Azione. Ora, o pensiamo che tutti i grandi sistemi spirituali e i grandi maestri dell'umanità ne sappiano meno di noi oppure forse siamo noi che ne sappiamo di meno... Basterebbe smettere di credere ai sistemi spirituali e semplicemente applicarli con fiducia!!! aurelia bracciforti - astro nashira - 28 Marzo 2022
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Credo che chiunque si sia accorto dell'accelerazione degli eventi che si stanno manifestando...e dell'assurdità degli stessi!
Ora più che mai si dimostra l'importanza per ogni singolo essere umano dell'aver fatto e di continuare a fare un "lavoro su di sé, dell'essersi "consolidati interiormente" e di continuare a farlo sempre più. È infatti molto difficile, e lo sarà sempre di più nei tempi che verranno, poter rimanere in equilibrio e centrati se non ci si è almeno in parte o a tratti, identificati con la propria anima eterna. La personalità infatti si fa sempre trascinare dagli scompensi emotivi che vengono scatenati dagli eventi intorno a noi. È un attimo infatti far diventare gli eventi esterni "eventi interni" che destabilizzano completamente. Se siamo completamente identificati con la nostra personalità saremo infatti trascinati di qua o di là a seconda di ciò che ci accade e che vediamo accadere e ora più che mai è importante "allenarsi" a rimanere centrati (o a recuperare in breve tempo la propria centratura) qualsiasi siano le notizie o gli eventi di cui veniamo a conoscenza. La centratura di cui parlo non ha niente a che vedere, è bene dirlo, con uno stato di "insensibilità" né con uno stato di "fuga" dalla realtà o di "non azione". È piuttosto quello stato di connessione interiore con la propria vera natura cosmica ed eterna. E come si recupera questo stato di connessione? È relativamente semplice! Si tratta di rinunciare a vagliare la realtà attraverso il filtro della mente razionale che divide e separa decidendo ciò che è bene da ciò che è male; si tratta di rinunciare ad una visione duale insomma. Si tratta soprattutto di utilizzare se stessi e quello che realmente si sente a livello profondo come metro di misura di ciò che è "giusto" per noi in un dato momento. La connessione con la nostra natura cosmica e divina non ci impedisce affatto dunque di scegliere una posizione piuttosto che un'altra sul piano della realtà, ma ci fa anche comprendere che ad un livello profondo ogni essere umano sta scegliendo la posizione che più risuona con lui. Una volta scelta la nostra posizione, possiamo benissimo agire anche sul piano della realtà compiendo azioni che sono la manifestazione della nostra posizione. Tuttavia l'aspetto fondamentale in quest'epoca di intensa trasformazione è la NON IDENTIFICAZIONE in ciò che abbiamo scelto di vivere e di rappresentare. "Non identificazione" significa non sentire la propria vita direttamente minacciata dalla vittoria della parte che non condividiamo, né sentirci automaticamente i portatori dell'unica Verità possibile. Significa sentirsi sereni qualsiasi parte possa "vincere" e ciononostante magari batterci per la vittoria di ciò in cui crediamo. Per sentirsi sereni qualsiasi evento possa determinarsi è tuttavia necessario non identificarsi con il nostro ego piccolo e fragile e con la nostra personalità che lo fa muovere, bensì con la nostra anima immortale. A livello dell'ego infatti la morte è sempre dietro l'angolo in qualsiasi istante della vita e ad ogni notizia "negativa" che ci raggiunge noi vacilliamo e sentiamo minate le basi della nostra stessa sopravvivenza. La paura che ne deriva ci fa muovere in modo disfunzionale al nostro benessere e a volte anche in maniera completamente priva di logica. L'anima invece sa con assoluta certezza di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto per incontrare le circostanze che ha scelto di sperimentare. Un consiglio valido sempre è quello di passare più tempo dentro se stessi che fuori da se stessi, soprattutto quando sentiamo di non avere una forte connessione con la nostra anima. Inoltre, finché non ci sentiamo stabilmente in questa condizione, cerchiamo di evitare di abbeverarci ad ogni fonte di informazione che mira a terrorizzarci: la maggior parte degli eventi che potrebbero ipoteticamente verificarsi non si verificheranno e se mai dovessero, la centratura che avremo nel frattempo costruito e mantenuto ci aiuterà a governarli e a prendere in quel frangente la decisione più saggia. Dobbiamo inoltre diventare consapevoli che, al di là di quel che succede nel mondo della materia, molto di più succede costantemente nei mondi sottili e poiché l'uomo è creatore di realtà, non è che forse qualcuno possa avere interesse a spingere i nostri pensieri verso gli scenari peggiori affinché noi stessi contribuiamo a realizzarli? Parte del "gioco" che si sta attualmente svolgendo nei mondi sottili è proprio convincere gli individui che gli scenari (quelli più penalizzanti e spaventosi) sono prossimi e inevitabili. Abbiamo intenzione forse di dargli una mano in questo progetto o vogliamo occuparci di creare bellezza e di materializzarla? aurelia bracciforti - astro nashira - 2 Marzo 2022 |
AutoreSono Aurelia Bracciforti, nota come Astro Nashira. Archivi
Novembre 2024
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