E' un po' di tempo che non scrivevo in questa pagina; d'altra parte non scrivo se non sono profondamente sollecitata da qualche argomento e la considerazione che scrivere servirebbe a mantenere l'interesse dei miei lettori non è una ragione sufficiente per scrivere un post qualsiasi, anche perché ho considerazione dell'intelligenza di chi mi segue e dubito continuerebbe a farlo se postassi cose a caso...
Veniamo al dunque. E' da un po' di tempo, e le situazioni sono sempre più crescenti nel numero, che mi capita di avere colloqui con persone che si trovano in situazioni di vita “ingabbiate”, infelici, dalle quali sembrano voler disperatamente uscire e dicono, parlandone, che non riescono a vederne la via di superamento. Superata la prima fase, nella quale diventano consapevoli che se ciò che hanno messo in atto fino a quel momento non ha avuto successo forse bisogna imboccare nuove strade, si arriva gradualmente, spesso con mille difficoltà da parte dell'interessato, proprio alla ricerca e alla definizione di queste nuove strade... Bene. A questo punto si tratta di imboccarle con fermezza e convinzione per un certo lasso di tempo almeno, per dar loro modo di produrre risultati. E qui veniamo all'ostacolo. E' evidente che se io sono stato un certo tipo di persona, ho avuto certi schemi di pensiero e ho tenuto certi comportamenti per un certo lasso di tempo nella mia vita, ho dato modo a chi mi conosce di incasellarmi nella sua mente in un certo modo e di rapportarsi a me di conseguenza all'immagine che lui aveva di me. E' inevitabile e del tutto logico che se io ad un certo punto della mia vita cambio i miei schemi di pensiero e di conseguenza i miei comportamenti io possa provocare una sorta di “scompenso” in chi mi aveva incasellato in un determinato modo: non c'è affatto da sorprendersene! Questo è comunque un problema dell'altra persona e delle sua eventuale “rigidità” di pensiero; non può in alcun modo diventare un mio problema, a meno che io lo permetta, provocando in questo modo la prevedibile conseguenza di non riuscire affatto ad imboccare nuove strade. Cosa devo aspettarmi dunque quando decido di cambiare qualcosa di sostanziale nella mia vita? Semplice! Devo aspettarmi di trovarmi DA SOLO, circondato da un inquietante “nulla” di rapporti, avendo abbandonato la “boa” di sicurezza cui stavo aggrappato prima. Cosa mi aiuta in questa fase? Sapere che quel nulla non è reale: è solamente una momentanea “nebbia” che cela le infinite possibilità che mi si aprono davanti ed è solo la paura di quella “vertigine” di possibilità a farmi preferire di pensare che sia davvero un “nulla”! Chiunque sa per esperienza che gli oggetti appaiono quasi invisibili nella nebbia finché ne siamo lontani; più abbiamo il coraggio di inoltrarci nella nebbia ed avvicinarci alle cose più i loro contorni si definiscono e riusciamo a comprenderli. Questo atto di “coraggio del camminare” è un atto dal quale non si può prescindere se si vogliono attuare dei cambiamenti reali nella propria vita. E qui c'è la motivazione di questo post. Le difficoltà che incontriamo nascono dal fatto che non siamo abituati ad ATTRAVERSARE LA NEBBIA, passo necessario per liberarci. La nostra civiltà “non gradisce” che gli individui si liberino, che perseguano strade proprie, perché a quel punto non sarebbero più “manovrabili”. Ne deriva che nella nostra formazione educativa non siamo mai spinti ad affrontare delle difficoltà, a superare momentanei periodi di “nebbia”, di sofferenza, di paura... A meno che non sia il momento storico o la situazione sociale a presentare difficoltà (guerre, miseria, ecc.) usualmente tutto, fin da quando siamo bambini, ci viene semplificato, risolto, appianato. Oggi più che mai, con i tempi della vita dettati dalla fretta della produttività, non si dà il tempo ai bambini di imparare a fare le cose da soli, non si permette che si annoino, non si tollera che abbiano dei “buchi di non attività” nelle loro giornate e del resto anche la gran parte degli adulti, che magari sono genitori, tendono a non accettare nella propria vita eventuali periodi problematici (malattie, inconvenienti lavorativi, disagi psicologici): ogni sintomo deve essere soppresso, quasi per ogni difficoltà c'è una pillola, le attese infastidiscono, all'idea che per ottenere qualcosa occorra tempo, ci si spazientisce... Un essere umano in queste condizioni è pronto a barattare a qualsiasi prezzo la propria libertà di desiderare per sé una vita nuova in cambio di qualcosa che gli sedi le ansie e la sofferenza, e si capisce bene che di questo passo, se il cambiare le proprie abitudini per imboccare nuove strade comporta il disagio di trovarsi provvisoriamente “nella nebbia” non è accettabile. Ecco perché si accetta, soffrendo alla fine comunque, di permanere in situazioni che ci fanno male: per quella enorme paura di attraversare la nebbia, questo almeno è ciò che ci raccontiamo; ma ancora più grande è forse il terrore di scoprire che al di là della nebbia possono esserci per noi vastissimi orizzonti pieni di possibilità da esplorare: la grandezza ci fa paura e ci sgomenta. Ci hanno insegnato in ogni modo ad avere un profilo basso, ad avere solo desideri ragionevoli, a considerare i nostri sogni irrealizzabili e velleitari e in questo modo, togliendoci la possibilità di riuscire ad affrontare le temporanee sconfitte, la sofferenza e l'isolamento, hanno fatto di noi dei deboli e degli sconfitti “a priori”, degli esseri umani che, immemori della loro origine divina, attraversano la loro vita come degli zombie. Chi ci può aiutare ad uscire da questa situazione? SOLO NOI! Fa parte degli indottrinamenti cui ci hanno sottoposti il pensare che ci possa essere Qualcuno o Qualcosa che agisce al posto nostro levandoci la sofferenza; fa parte dell'ottica dello schiavo che pensa di avere un padrone ed è esattamente da questa logica che desideriamo uscire, accorgendoci che siamo molto più “grandi” di quel che pensavamo. Anche se questa notizia ci sgomenta, in realtà è la cosa migliore che potessimo scoprire perché, se dipende solo da noi, è tutto davvero nelle nostre mani! Non ci resta quindi che incominciare a desiderare che cosa vogliamo per la nostra vita e accettare di attraversare eventuali fasi di oscurità e di “nebbia” nelle quali non dobbiamo temere: non moriremo! Avremo solo dei problemi, ma questi non vanno demonizzati: saranno per noi una palestra e un mezzo per capire chi siamo e dove vogliamo andare; affineremo le nostre capacità e la nostra determinazione e quando avremo attraversato le nostre personali “nebbie” allora incominceremo a vivere davvero! aurelia bracciforti - astro nashira
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AutoreSono Aurelia Bracciforti, nota come Astro Nashira. Archivi
Novembre 2024
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