Salve a tutti! Poiché qualcuno mi ha posto la domanda su quale possa essere una "frase magica" da dirsi per lasciarsi liberi di essere come siamo, vi propongo alcuni elementi di riflessione. In realtà può in parte essere utile quanto si pensa a proposito degli altri..."se tizio ha diritto di esistere per come è, perché non devo averlo io?" Tuttavia vi voglio stimolare con degli approfondimenti. Il problema principale del perché noi non consentiamo agli altri di essere come sono o a noi stessi di essere come siamo è perché noi sotto sotto pensiamo che ci sia un modo di essere “giusto” e un modo “sbagliato” intesi come “assoluti”. In realtà quando noi mettiamo in dubbio il diritto nostro o degli altri di essere come sono/siamo, pensiamo che possa esistere qualcosa come “essere sbagliati"; questo pensiero è assurdo perché non ci sono cose "sbagliate" e nemmeno persone "sbagliate" sul piano terrestre, ma proprio in senso letterale: nemmeno gli assassini sono fuori posto!... Perché, essendo che su questo piano terrestre il gioco della contrapposizione è proprio lo strumento attraverso il quale diventiamo consapevoli di noi stessi (vi ricordo Socrate: “Uomo, conosci te stesso!”) quindi l'assassino e il Male in generale non potrebbero non esistere....bisogna pacificarsi con questa cosa! Ora vi spiego perché. Come facciamo infatti a capire chi siamo? Differenziandoci magari dall'assassino o dal ladro o molto più semplicemente dal modo in cui agisce un'altra persona in una certa situazione. Per “individualizzarci” occorre infatti confrontarci, vedere che l'altro è staccato, diverso... almeno su questo piano duale! Anche il bambino quando, se ricordo bene verso i 7/8 mesi, diventa completamente consapevole di essere staccato dalla madre, da quel momento comincia ad “individualizzarsi”. Vorrei però anche precisare che, lasciare che l'altro sia quel che è, non vuol dire affatto che noi non abbiamo il diritto/dovere di cercare d'impedirgli certe azioni se sono interpretate da noi come dannose per noi o per altri che intendiamo difendere... In sintesi: chi vive borseggiando la gente sugli autobus non è “sbagliato”....ma io ho tutto il diritto di fermarlo se mi nuoce o nuoce ad altri, pur senza essere autorizzato a considerarlo “sbagliato”... Queste sono alcune cose che volevo sottolineare. Inoltre, riguardo alle difficoltà che ha una data persona nel percorso di consapevolezza non possiamo non contemplare l'azione che produce la legge dell'Ottava (o del Sette come molti la chiamano). Ovviamente questa è una Legge Universale che si applica a tutto ciò che esiste, non solo ai nostri sforzi nella direzione della consapevolezza, ovviamente...! Detto in parole povere questa Legge funziona così: quando noi ci distacchiamo da un vecchio modo di agire o di pensare e lo facciamo sempre perché in qualche modo è intervenuto quello che Gurdjieff chiama "shock addizionale", cambiano le nostre vibrazioni e per un tratto di strada il nostro cammino può essere apparentemente facile e veloce nella nuova direzione. Entro un breve lasso di tempo tuttavia, è come se si esaurisse la nostra spinta ed arriva un momento dove, se non applichiamo un ulteriore sforzo, ricadiamo nella meccanicità e non riusciamo a staccarci dal circuito vibratorio precedente; anzi quel che notiamo è che ci sembra di tornare indietro rispetto agli avanzamenti che avevamo fatto nella comprensione: tendiamo quindi a ripiombare nel "sistema vibratorio" che ci stavamo accingendo ad abbandonare. Questo è perfettamente normale e frutto appunto di una Legge, ed è importante saperlo (viene descritta bene in questo video del canale che vi ho segnalato, anche se in maniera per me un po' troppo cervellotica (https://youtu.be/CmCzKJTiIpo). L'importante è sapere che esiste questa Legge e quindi non stupirsi di quello che ci succede quando facciamo qualche avanzamento e poi ci sembra di ricadere. Accorgerci che stiamo “ricadendo nel passato” serve a "mantenerci sul pezzo" e attenti e "non meccanici". Se vediamo che sta succedendo dobbiamo semplicemente essere ancora più risoluti nella direzione che desideriamo e applicare un'ulteriore attenzione e forza. Per fare un esempio pratico: se stiamo guidando in autostrada belli sereni e ad un certo punto arrivano delle forti raffiche di vento che tendono a spostarci lateralmente, cosa facciamo noi d'istinto? Afferiamo saldamente il volante e guidiamo con assoluta concentrazione e cura. Ecco! Questo va fatto anche per quel che riguarda il nostro “percorso di consapevolezza”, come usa chiamarlo.
Ogni recriminazione del tipo “ecco..vedi...però....avevo capito delle cose e adesso sono tornato indietro....” oltre a non servire assolutamente a nulla, dimostrano la nostra non conoscenza di queste Leggi Universali e la non conoscenza delle Leggi si ritorce sempre a nostro danno (soprattutto quella delle Leggi Universali!) Sarebbe come uscire in una giornata di pioggia e passare il tempo a dire "ecco vedi però...mi sto bagnando!" nessuno lo direbbe! Comunque ricordiamoci, come linea-guida, che non c'è mai differenza fra il piano della vita pratica e i piani spirituali. I comportamenti richiesti sono gli stessi! aurelia bracciforti - astro nashira
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AutoreSono Aurelia Bracciforti, nota come Astro Nashira. Archivi
Novembre 2024
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