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Stai sempre scegliendo. Se vivi dormendo qualcuno sta rubando la tua vita

20/10/2019

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Nel giro di quindici giorni sono avvenuti due fatti che, se fossero avvenuti trent'anni fa, chiunque, anche la persona meno colta e più inconsapevole, sarebbe stata in grado di farci sopra delle riflessioni sensate. Ora no; perché l'addormentamento di cui da sempre è preda l'essere umano è stato ultra promosso e diffuso dal pensiero corrente, così da farlo diventare un modo di pensare “normale”... molto funzionale alla società dei consumi!
Primo episodio: l'approvazione della legge che rende obbligatorio l'uso del seggiolino di sicurezza “anti abbandono” per i bambini. Non sono qui a dire che non serva, perché palesemente purtroppo...serve! Discutiamo piuttosto del fatto che questo evento sia stato passato dall'informazione dominante come provvedimento legislativo che risolve un problema e che nessuno si renda conto che l'esistenza di questo problema ha in sé qualcosa di patologico.
Il problema non sta nel demonizzare il genitore che avrà per tutta la vita quel rimorso, ma nell'accorgersi che questa “dimenticanza” non è tanto una dimenticanza del figlio, quando una dimenticanza di se stesso e non è tanto diversa da quella ”scarsa o nulla presenza” che fa sì che un genitore non si accorga dei malesseri sociali e psichici del figlio, delle sue sofferenze.
D'altra parte è comprensibile, dato che mediamente l'essere umano e il genitore in quanto tale non si accorge nemmeno delle proprie sofferenze psichiche e e delle proprie sociopatie.
E quando emerge qualche sintomo in lui o nel figlio che testimonia il disagio, la risposta più pronta è sempre l'uso/abuso di antidepressivi, ansiolitici e antidolorifici.
E qui veniamo all'altro episodio di cui volevo parlare: la scoperta da parte di una madre, che il figlio faceva parte di una chat di gruppo inneggiante all'olocausto, nella quale i ragazzini facevano a gara a scambiarsi video di atrocità varie commesse ai danni delle categorie più deboli, animali compresi.
L'informazione dominante ha trattato questo episodio focalizzandosi sulla necessità di proteggere i ragazzini da questa sorta di “contaminazione” proveniente dai coetanei e di come fosse necessario controllare l'uso che i figli fanno del cellulare, come se il problema principale fosse quello del “controllo”
E' evidente anche ai sassi che il problema non è il mezzo (telefonino o altro) attraverso il quale si diffondono video aberranti, bensì il fatto che i ragazzini ritengano “normali” quei video... Si potrebbe domandarsi chi li ha cresciuti, in che mani di educatori siano stati fino a quel momento. E qui il vero problema è che non li ha cresciuti lo strangolatore di Boston; sono figli di famiglie “normali”, ma è proprio su questo concetto di “normalità familiare” che occorre spendere due parole.
Un comportamento si definisce ”normale” quando viene adottato dalla maggioranza; per cui presso un popolo dove è d'uso mangiare con le mani, è “normale” farlo. Tuttavia per poter dare una definizione congrua di “normalità” dovremmo considerare in primo luogo ciò che è “umano” e la separatività non lo è. La separatività non è un atteggiamento spontaneo dell'essere umano in quanto, fin dai tempi in cui girava con la clava, ha avuto modo di rendersi conto di come un tessuto adeguato di relazioni sia condizione fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo. Tuttavia c'è una sostanziale differenza rispetto a quale sia il gruppo in cui il singolo si può riconoscere. Se nelle prime fasi della sua vita ha sperimentato calore, empatia e supporto, tenderà ad estendere questa idea nelle relazioni che costruirà; al contrario se ha sperimentato alienazione e disinteresse per i sentimenti, tenderà a ricercare un gruppo che esprima questi stessi disvalori.
Questa seconda eventualità è stata purtroppo ampiamente promossa a “status normale” dall'organizzazione della nostra società in quanto funzionale alla manipolazione psichica degli esseri umani a scopo di sfruttamento.
Quando in una famiglia “normale” i genitori vivono come soldatini, occupati entrambi otto ore al giorno per guadagnare due stipendi che bastano a stento a vivere e parcheggiano i figli costantemente da nonni e baby-sitter, come pensate possano accettare di vivere dentro questo schema “contro-natura”, posto che la natura vorrebbe che ognuno potesse educare la sua prole trasmettendole i suoi valori? Come pensate che possano sostenere questa aberrazione psichica e sociale? Solo estraniandosi e innestando nella loro vita quotidiana il “pilota automatico” che consenta loro di anestetizzarsi rispetto a questa sofferenza. Ed è proprio questa anestesia dalla vita e dall'umanità che crea “mostri” dentro la psiche. Questo è il vero argomento di cui è utile discutere quando succedono fatti del genere. Non si può tuttavia aspettarsi che i media, in gran parte asserviti al mantenimento e alla divulgazione di un certo modo di pensare “contro natura” si occupino di questo. Sono le singole persone che devono cominciare a rendersi conto della propria personale responsabilità nell'accettare passivamente dei modelli di vita distruttivi. Il primo passo è accorgersi che il fatto di aderire a questo modello di società è una scelta che facciamo giorno dopo giorno; il secondo è capire che se siamo stati indotti a vedere le cose in questo modo è solo perché la nostra visuale è stata volutamente direzionata in questo senso; il terzo passo è sviluppare il coraggio elaborare un punto di vista differente e “personale” rispetto alla vita.

aurelia bracciforti - astro nashira
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    Sono Aurelia Bracciforti, nota come Astro Nashira.
    In questo blog propongo alla vostra attenzione alcuni spunti utili alle vostre riflessioni e all'identificazione con il Sé. 

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