I SIMBOLI CHE PROIETTIAMO:
DAL TEMA NATALE ALLA METAFISICA DELLA REALTA'
Cosa significa "metafisica della realtà" e perché è importante parlarne e soprattutto sperimentarla.
Ho deciso di definire "metafisica della realtà" questo metodo da me sperimentato, perché il prefisso "meta" indica, a parte altri significati possibili, l'andare "al di là" ed è precisamente quello che succede utilizzando questo metodo: si va "al di là" del senso che noi comunemente diamo alla nostra realtà.
Fino ad oggi è sempre stato il mio obiettivo quello di "lavorare" coi simboli rappresentati dai Pianeti, così come sono presenti nel nostro Tema natale, con i loro aspetti facili o difficili e questo perché, in mancanza di un nostro lavoro di presa di coscienza e di lavoro su di noi, i Pianeti presenti nel Tema Natale in una certa disposizione e in specifici aspetti reciproci, connotano la nostra modalità "meccanica", di reagire al mondo "esterno" e di conseguenza determinano, per legge vibratoria e quindi "meccanica" che il mondo intorno a noi si configuri un certo modo piuttosto che in un altro.
Parto quindi dal postulato che, per quanto sopra esposto, siamo noi stessi a determinare l'incontro con certi simboli piuttosto che con altri, perché ci è impossibile non essere circondati da ciò che ci rappresenta, seppure a livello di ciò che proiettiamo a partire dal nostro vissuto inconscio. Del resto è esattamente ciò che già abbiamo visto succedere con il nostro Tema natale e con le specifiche posizioni in cui sono collocati i Simboli Planetari all'interno di esso: essi sono posizionati per esprimere nella maniera più chiara possibile CHI siamo noi nel momento in cui, come Essenza Spirituale, ci rivestiamo di una forma umana in questo piano tridimensionale.
La realtà che noi manifestiamo attinge le sue componenti dal campo morfogenetico* (teorizzato dal biologo e biochimico Rupert Sheldrake) in cui siamo immersi; pertanto nella nostra vita quotidiana noi traiamo da questo campo, per assonanza, quegli stessi componenti che vibrano dentro di noi e nel nostro Tema Natale e che ci permettono di dar vita ad una realtà che ci rappresenti; infatti ognuno di noi attinge certi elementi piuttosto che altri.
Una volta assodato che noi attingiamo a questo campo morfogenetico, ci possiamo anche rendere conto che traiamo consapevolmente o inconsapevolmente da questo campo alcuni elementi e non altri. Il nostro principale cruccio a questo punto è il fatto di renderci conto che, forse, stiamo formando la nostra realtà in modo inconscio, con elementi che poi si verificano penalizzanti.
Che strumento abbiamo quindi per uscire da questo circolo vizioso in cui scegliamo in modo inconscio?
Semplicemente quello di osservare la realtà che finora abbiamo creato, per essere in grado di portare a livello consapevole ciò che giace nell'inconscio. La realtà infatti ci parla e ci parla per simboli; attraverso questi possiamo capire qual è il problema sottostante che ci ha spinti a creare situazioni penalizzanti, che ci vengono rappresentate attraverso quei simboli.
Per spiegare meglio come avviene il fenomeno di creare una realtà nella quale poi non ci riconosciamo, facciamo un esempio raccontando una storia.
Immaginatevi di alzarvi una notte da sonnambuli e andare verso la cucina. Lungo il tragitto attraversate il soggiorno e mentre siete lì scompaginate i cuscini del divano, aprite la coperta che era piegata e la sbattete in malo modo a terra; poi, ignari di ciò che avete combinato, ve ne tornate a letto. La mattina dopo, alzandovi dal letto per andare a preparare la colazione, passate dal soggiorno e vedete tutto a soqquadro. Cominciate a chiedere al marito se quella notte si è alzato, chiedete al figlio se ha passato parte della notte sul divano... ma alla fine sembra non esservi un responsabile; eppure il divano è sottosopra!
Ecco, questa breve storia ci racconta come avviene che ci ritroviamo nel bel mezzo di situazioni che, apparentemente, non abbiamo creato noi.
C'è una celebre frase attribuita a C. G. Jung che recita: "Rendi cosciente il tuo inconscio, oppure sarà lui a guidare la tua vita e lo chiamerai destino". Che sia stata o meno pronunciata effettivamente da Jung, questa frase la trovo profondamente vera e spiega bene cosa avviene nel caso in cui noi siamo inconsapevoli dei contenuti del nostro inconscio.
Ma veniamo al dunque di questa mia analisi e cerchiamo di spiegare in che cosa consista il lavoro da fare rispetto ai simboli. Partiamo dall'esempio della signora sonnambula e poi farò un altro esempio. Nel caso della storia precedente è evidente che in qualche modo l'inconscio della signora mostra dei segni di insofferenza rispetto al suo vivere in casa. Certamente sente il bisogno di sovvertire lo status quo, ma forse non ne è ancora consapevole. Il divano è altamente simbolico perché è il luogo del soggiorno dove la famiglia si riunisce per parlare, guardare un film, ricevere ospiti... Il suo inconscio le sta segnalando che in questo settore c'è una sofferenza per la situazione presente; fra l'altro non ha fatto manovre per creare un altro ordine, ma ha semplicemente buttato all'aria le cose; segno che in questo momento prevale la frustrazione e non ancora un'alternativa precisa. Cosa può fare questa signora quindi al momento? Semplicemente prendere atto del suo stato di insoddisfazione di cui forse non era del tutto consapevole e cominciare a prendere atto che forse non si trova così completamente a suo agio nella situazione che sta vivendo in famiglia; da qui può cercare di capire che cosa realmente non va e cosa può essere cambiato.
Facciamo un altro esempio.
Scendo la mattina a prendere l'auto per andare in ufficio e mi accorgo che lo specchietto laterale sinistro è stato divelto. Una volta sbollita la comprensibile frustrazione e prenotato il meccanico per la sostituzione, sarebbe bene che dedicassi qualche minuto ad analizzare questo simbolo. Trattandosi del lato sinistro dell'auto ed essendo questa una mia estensione con la quale riesco semplicemente ad andare più veloce nella vita, tengo buoni per l'analisi i parametri che applicherei al mio corpo: il lato sinistro è il mio femminile, lo specchietto serve a vedere chi arriva da dietro, quindi mi permette di vedere qualcosa che di solito non guardo direttamente. Bene. Che io sia uomo o donna sostanzialmente il risultato non cambia: se sono un uomo si tratta della mia parte femminile e del mio rapporto con le donne; se sono una donna si tratta comunque del mio rapporto con le donne. In ambedue i casi questa rottura fa sì che io debba cambiare qualcosa nel mio modo di approcciarmi alla vita. Potrebbe essere che non possa più "specchiarmi/riconoscermi" in un certo modello femminile, oppure che non riesca più a guardare nella vita attraverso l'intermediazione dello specchio... forse devo guardare le cose in maniera più diretta e partecipativa, mettendo personalmente in gioco la mia intuizione? I significati possono essere molteplici e ognuno di noi dovrà trovare quello che gli risuona maggiormente, partendo sempre dalla simbologia che riusciamo ad identificare.
Se noi scegliamo la strada dell'interpretazione simbolica della realtà, cominceremo a capire che, al di là della comprensibile frustrazione che ogni "incidente" comporta, non tutti gli incidenti sono uguali e una gomma bucata non segnala le stesse problematiche di un danno allo specchietto laterale.
Comunemente può sembrare strano che ci sia un nesso fra degli accadimenti che noi consideriamo "puramente materiali" e la nostra Essenza più sottile, ma così non è, perché è questa stessa Essenza a determinare questo o quell'altro evento.
Tuttavia ci tengo a sottolineare che ritengo fuorviante identificare in questi eventi un “fine evolutivo” in senso stretto, personificando il concetto di evoluzione, come se ci fosse un “padre” o un “educatore” che desidera una nostra “evoluzione”. Noi siamo i nostri padri e le nostre madri; noi ci partoriamo e ci educhiamo ogni giorno...
Facciamo ora un esempio: se un albero estende un suo ramo in maniera poco funzionale verso un muro e poi dovrà correggere la rotta e puntare verso una zona soleggiata, non è che l’Universo abbia degli intenti educativi verso l’albero, ma è l’albero stesso, espressione della Coscienza Cosmica stessa, che man mano diventa cosciente di sue iniziative poco funzionali e le corregge.
Ciò che manifestiamo nella nostra realtà, quindi, non può essere altro che la "forma mentis" che abbiamo in quel momento, vale a dire ciò che noi SIAMO nel momento presente. Non c’è dunque esplicitamente un intento “educativo” da parte dell’Universo o della Coscienza Cosmica o di Dio (definitelo come preferite) nei nostri confronti…è che noi “siamo” quella stessa Coscienza che manifesta la realtà e quindi in sostanza “manifestiamo per capire noi stessi chi siamo”; questo, ben inteso, se agiamo in modo inconsapevole.
Il dato interessante è che se portiamo questo processo a livello consapevole possiamo anche, se vogliamo, invertire questo assunto e cioè “decidere chi vogliamo essere e proiettare la realtà a partire da quella condizione".
L'allenamento che si sviluppa con l'interpretazione simbolica dei Pianeti nel nostro Tema Natale (partirà il prossimo corso su questo tema in Settembre 2025) vi sarà chiaro a questo punto, che non è che la punta dell'iceberg della nostra personale "scuola di consapevolezza" che mira a renderci in grado di essere osservatore attento della nostra vita per capire se sta davvero andando nella direzione desiderata, quali sono gli eventuali ostacoli sul cammino e come rimuoverli.
Su questo specifico tema del "Linguaggio simbolico della vita quotidiana" sto approntando un laboratorio online, con lo scopo di fornirvi gli elementi di base coi quali poi affinerete voi personalmente la vostra intuizione. Vi darò comunicazione di questo laboratorio qui sul sito e sul mio canale Youtube Astro Nashira
(*) "generatore di forme".
aurelia bracciforti - Astro Nashira - 14 Aprile 2024
Ho deciso di definire "metafisica della realtà" questo metodo da me sperimentato, perché il prefisso "meta" indica, a parte altri significati possibili, l'andare "al di là" ed è precisamente quello che succede utilizzando questo metodo: si va "al di là" del senso che noi comunemente diamo alla nostra realtà.
Fino ad oggi è sempre stato il mio obiettivo quello di "lavorare" coi simboli rappresentati dai Pianeti, così come sono presenti nel nostro Tema natale, con i loro aspetti facili o difficili e questo perché, in mancanza di un nostro lavoro di presa di coscienza e di lavoro su di noi, i Pianeti presenti nel Tema Natale in una certa disposizione e in specifici aspetti reciproci, connotano la nostra modalità "meccanica", di reagire al mondo "esterno" e di conseguenza determinano, per legge vibratoria e quindi "meccanica" che il mondo intorno a noi si configuri un certo modo piuttosto che in un altro.
Parto quindi dal postulato che, per quanto sopra esposto, siamo noi stessi a determinare l'incontro con certi simboli piuttosto che con altri, perché ci è impossibile non essere circondati da ciò che ci rappresenta, seppure a livello di ciò che proiettiamo a partire dal nostro vissuto inconscio. Del resto è esattamente ciò che già abbiamo visto succedere con il nostro Tema natale e con le specifiche posizioni in cui sono collocati i Simboli Planetari all'interno di esso: essi sono posizionati per esprimere nella maniera più chiara possibile CHI siamo noi nel momento in cui, come Essenza Spirituale, ci rivestiamo di una forma umana in questo piano tridimensionale.
La realtà che noi manifestiamo attinge le sue componenti dal campo morfogenetico* (teorizzato dal biologo e biochimico Rupert Sheldrake) in cui siamo immersi; pertanto nella nostra vita quotidiana noi traiamo da questo campo, per assonanza, quegli stessi componenti che vibrano dentro di noi e nel nostro Tema Natale e che ci permettono di dar vita ad una realtà che ci rappresenti; infatti ognuno di noi attinge certi elementi piuttosto che altri.
Una volta assodato che noi attingiamo a questo campo morfogenetico, ci possiamo anche rendere conto che traiamo consapevolmente o inconsapevolmente da questo campo alcuni elementi e non altri. Il nostro principale cruccio a questo punto è il fatto di renderci conto che, forse, stiamo formando la nostra realtà in modo inconscio, con elementi che poi si verificano penalizzanti.
Che strumento abbiamo quindi per uscire da questo circolo vizioso in cui scegliamo in modo inconscio?
Semplicemente quello di osservare la realtà che finora abbiamo creato, per essere in grado di portare a livello consapevole ciò che giace nell'inconscio. La realtà infatti ci parla e ci parla per simboli; attraverso questi possiamo capire qual è il problema sottostante che ci ha spinti a creare situazioni penalizzanti, che ci vengono rappresentate attraverso quei simboli.
Per spiegare meglio come avviene il fenomeno di creare una realtà nella quale poi non ci riconosciamo, facciamo un esempio raccontando una storia.
Immaginatevi di alzarvi una notte da sonnambuli e andare verso la cucina. Lungo il tragitto attraversate il soggiorno e mentre siete lì scompaginate i cuscini del divano, aprite la coperta che era piegata e la sbattete in malo modo a terra; poi, ignari di ciò che avete combinato, ve ne tornate a letto. La mattina dopo, alzandovi dal letto per andare a preparare la colazione, passate dal soggiorno e vedete tutto a soqquadro. Cominciate a chiedere al marito se quella notte si è alzato, chiedete al figlio se ha passato parte della notte sul divano... ma alla fine sembra non esservi un responsabile; eppure il divano è sottosopra!
Ecco, questa breve storia ci racconta come avviene che ci ritroviamo nel bel mezzo di situazioni che, apparentemente, non abbiamo creato noi.
C'è una celebre frase attribuita a C. G. Jung che recita: "Rendi cosciente il tuo inconscio, oppure sarà lui a guidare la tua vita e lo chiamerai destino". Che sia stata o meno pronunciata effettivamente da Jung, questa frase la trovo profondamente vera e spiega bene cosa avviene nel caso in cui noi siamo inconsapevoli dei contenuti del nostro inconscio.
Ma veniamo al dunque di questa mia analisi e cerchiamo di spiegare in che cosa consista il lavoro da fare rispetto ai simboli. Partiamo dall'esempio della signora sonnambula e poi farò un altro esempio. Nel caso della storia precedente è evidente che in qualche modo l'inconscio della signora mostra dei segni di insofferenza rispetto al suo vivere in casa. Certamente sente il bisogno di sovvertire lo status quo, ma forse non ne è ancora consapevole. Il divano è altamente simbolico perché è il luogo del soggiorno dove la famiglia si riunisce per parlare, guardare un film, ricevere ospiti... Il suo inconscio le sta segnalando che in questo settore c'è una sofferenza per la situazione presente; fra l'altro non ha fatto manovre per creare un altro ordine, ma ha semplicemente buttato all'aria le cose; segno che in questo momento prevale la frustrazione e non ancora un'alternativa precisa. Cosa può fare questa signora quindi al momento? Semplicemente prendere atto del suo stato di insoddisfazione di cui forse non era del tutto consapevole e cominciare a prendere atto che forse non si trova così completamente a suo agio nella situazione che sta vivendo in famiglia; da qui può cercare di capire che cosa realmente non va e cosa può essere cambiato.
Facciamo un altro esempio.
Scendo la mattina a prendere l'auto per andare in ufficio e mi accorgo che lo specchietto laterale sinistro è stato divelto. Una volta sbollita la comprensibile frustrazione e prenotato il meccanico per la sostituzione, sarebbe bene che dedicassi qualche minuto ad analizzare questo simbolo. Trattandosi del lato sinistro dell'auto ed essendo questa una mia estensione con la quale riesco semplicemente ad andare più veloce nella vita, tengo buoni per l'analisi i parametri che applicherei al mio corpo: il lato sinistro è il mio femminile, lo specchietto serve a vedere chi arriva da dietro, quindi mi permette di vedere qualcosa che di solito non guardo direttamente. Bene. Che io sia uomo o donna sostanzialmente il risultato non cambia: se sono un uomo si tratta della mia parte femminile e del mio rapporto con le donne; se sono una donna si tratta comunque del mio rapporto con le donne. In ambedue i casi questa rottura fa sì che io debba cambiare qualcosa nel mio modo di approcciarmi alla vita. Potrebbe essere che non possa più "specchiarmi/riconoscermi" in un certo modello femminile, oppure che non riesca più a guardare nella vita attraverso l'intermediazione dello specchio... forse devo guardare le cose in maniera più diretta e partecipativa, mettendo personalmente in gioco la mia intuizione? I significati possono essere molteplici e ognuno di noi dovrà trovare quello che gli risuona maggiormente, partendo sempre dalla simbologia che riusciamo ad identificare.
Se noi scegliamo la strada dell'interpretazione simbolica della realtà, cominceremo a capire che, al di là della comprensibile frustrazione che ogni "incidente" comporta, non tutti gli incidenti sono uguali e una gomma bucata non segnala le stesse problematiche di un danno allo specchietto laterale.
Comunemente può sembrare strano che ci sia un nesso fra degli accadimenti che noi consideriamo "puramente materiali" e la nostra Essenza più sottile, ma così non è, perché è questa stessa Essenza a determinare questo o quell'altro evento.
Tuttavia ci tengo a sottolineare che ritengo fuorviante identificare in questi eventi un “fine evolutivo” in senso stretto, personificando il concetto di evoluzione, come se ci fosse un “padre” o un “educatore” che desidera una nostra “evoluzione”. Noi siamo i nostri padri e le nostre madri; noi ci partoriamo e ci educhiamo ogni giorno...
Facciamo ora un esempio: se un albero estende un suo ramo in maniera poco funzionale verso un muro e poi dovrà correggere la rotta e puntare verso una zona soleggiata, non è che l’Universo abbia degli intenti educativi verso l’albero, ma è l’albero stesso, espressione della Coscienza Cosmica stessa, che man mano diventa cosciente di sue iniziative poco funzionali e le corregge.
Ciò che manifestiamo nella nostra realtà, quindi, non può essere altro che la "forma mentis" che abbiamo in quel momento, vale a dire ciò che noi SIAMO nel momento presente. Non c’è dunque esplicitamente un intento “educativo” da parte dell’Universo o della Coscienza Cosmica o di Dio (definitelo come preferite) nei nostri confronti…è che noi “siamo” quella stessa Coscienza che manifesta la realtà e quindi in sostanza “manifestiamo per capire noi stessi chi siamo”; questo, ben inteso, se agiamo in modo inconsapevole.
Il dato interessante è che se portiamo questo processo a livello consapevole possiamo anche, se vogliamo, invertire questo assunto e cioè “decidere chi vogliamo essere e proiettare la realtà a partire da quella condizione".
L'allenamento che si sviluppa con l'interpretazione simbolica dei Pianeti nel nostro Tema Natale (partirà il prossimo corso su questo tema in Settembre 2025) vi sarà chiaro a questo punto, che non è che la punta dell'iceberg della nostra personale "scuola di consapevolezza" che mira a renderci in grado di essere osservatore attento della nostra vita per capire se sta davvero andando nella direzione desiderata, quali sono gli eventuali ostacoli sul cammino e come rimuoverli.
Su questo specifico tema del "Linguaggio simbolico della vita quotidiana" sto approntando un laboratorio online, con lo scopo di fornirvi gli elementi di base coi quali poi affinerete voi personalmente la vostra intuizione. Vi darò comunicazione di questo laboratorio qui sul sito e sul mio canale Youtube Astro Nashira
(*) "generatore di forme".
aurelia bracciforti - Astro Nashira - 14 Aprile 2024