Prima scena - Io ero appesa a un’asse che stava orizzontale ma in alto, appoggiata con i gomiti, come tipo al davanzale di una finestra. Avevo i piedi appoggiati a una specie di tirapugni molto morbido che stava verticalmente più in basso. Ero appoggiata coi piedi, ma anche il tirapugni stava su perché i miei piedi lo tenevano fermo, e se fosse caduto, io per scendere avrei dovuto buttarmi, invece lo tenevo coi piedi appoggiandomici per non farlo cadere. Comunque non ero troppo preoccupata di cadere, cioè ci giocherellavo anche un po’ coi piedi con sto tirapugni e anche all’asse a volte stavo appoggiata solo con un gomito ecc.. Seconda scena - Ero in classe con i miei compagni e il prof. d'inglese o quella di religione, non mi ricordo, e si stava leggendo un copione di teatro. Io stavo in piedi vicino alla cattedra a leggerlo e anche il mio compagno con cui vado più d'accordo era lì con me, perché noi avevamo fatto teatro. Però nessuno degli altri era interessato a quello che si stava facendo, e facevano tutti casino. Chiacchieravano, ridevano ecc… Allora io li sgridavo, alzavo la voce e gli dicevo che erano degli idioti, perché non sapevano nemmeno approfittare di uno dei pochi momenti interessanti della scuola. Che se proprio non gli interessava potevano disegnare o fare altro, ma non dovevano disturbare gli altri. Ma gridavo proprio tanto, comunque non mi ascoltavano. Terza scena - Io ero in palestra a scuola con un prof di ed. Fisica che era uno di cui non ricordo il nome, ma che è famoso per non far fare niente. Stavamo in fila per fare una specie di percorso in cui dovevamo passarci la palla col prof. mentre camminavamo. C’era anche un mio amico a cui so di piacere che faceva l’esercizio prima di me. Era un esercizio facilissimo e non ero per niente in tensione perché stavo simpatica al prof. e intanto bevevo una lattina di Coca Cola. Arrivava il mio turno e lanciavo la palla con una mano e con l’altra continuavo a bere la Coca Cola dalla lattina, lo facevo in modo svogliato ma non perché non avessi voglia di farlo, come a dire che ero talmente capace che potevo addirittura fare altro nel frattempo. Poi finivo l'esercizio e arrivavo dall’altra parte dove c’era quel mio amico che mi sorrideva. Ciao carissima, cominciamo col dire che il tuo punto di osservazione del mondo e della vita è posto più in alto del luogo dove si svolgono i fatti: vale a dire che tu osservi la realtà da un punto di vista un po “superiore”. La tua posizione è di fatto precaria e potresti cadere, ne sei consapevole, ma il fatto non ti preoccupa più di tanto, tant'è che giocherelli anche un po' con quelle che si presumono essere le tue basi d'appoggio, addirittura sfidando te stessa a farcela con punti d'appoggio ancora più precari (il gomito), come a dire a te stessa che ce la fai lo stesso e anzi...... Tuttavia ti faccio notare che l'asse su cui appoggi sta in equilibrio su un tirapugni. Non è un oggetto a caso e mi fa sospettare che alla base della tua situazione precaria ci sia una buona dose di rancore verso qualcosa o qualcuno. Capita a volte nella vita...ma cerca di analizzare la cosa perché questi stati d'animo trascinati a lungo sono nocivi. Nella seconda scena il prof. sceglie te ed un altro compagno per leggere un copione teatrale, che dovrebbe essere, almeno secondo te, qualcosa di interessante per chiunque...non ti capaciti proprio che i tuoi compagni non siano interessati e che per giunta non abbiano il rispetto necessario per lasciarvi leggere il testo facendo silenzio... Si capisce chiaramente sia la tua amarezza per questo fatto che anche la tua rabbia, ma nonostante tu ti dia da fare per zittirli o almeno per suggerire loro qualche alternativa che non disturbi gli altri, non ci riesci anche perché il tuo compagno non ti aiuta in questo intento e neanche il prof.; insomma sei da sola a far rispettare le regole...c'è quindi un'impossibilità di farti ascoltare e di esprimere la tua volontà, di affermare te stessa insomma in una situazione dove nessuno sembra essere interessato a quello che tu vuoi proporre. La terza e ultima scena è molto interessante. Qui tu ti trovi in una situazione abbastanza rilassata perché il prof. di Educazione fisica non è particolarmente esigente e per giunta gli sei simpatica, ed anche il fatto che sia presente quel tuo amico a cui sai di piacere rende l'atmosfera particolarmente piacevole; quindi in quest'atmosfera decisamente “facile“ tu riesci ad esprimerti, anzi ti poni in primo piano all'attenzione di tutti con le tue prodezze. Infatti alla fine il tuo amico ti sorride in segno di approvazione e apprezzamento. Riassumendo: il sogno ti chiarisce che, quando non osservi la vita dall'alto senza parteciparvi, quando quindi sei protagonista in prima persona, possono presentarsi due possibilità: - se nessuno ti appoggia e ti senti in un ambiente ostile non riesci ad esprimerti - se ti senti a tuo agio e accolta tutto ti riesce e anche “alla grande” Questo succede abbastanza a tutti, però ti invito a risolvere quel senso di “rancore” sottostante che probabilmente ti rende particolarmente difficile conquistare con la tua personalità gli altri quando senti intorno a te un ambiente poco accogliente.
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